Il sabato del villaggio di Leopardi Vorrei postare dei versi celeberrimi che aprono una raccolta di poesie che mio padre iniziò, per me bambino, in un quaderno nero e rosso rilegato e made in China (quando i negozi cinesi erano delle esotiche rarità nelle nostre strade). Sul frontespizio la data è scritta in numeri romani: MDCCCCLXXIX. Un quaderno su cui, negli anni, ho condiviso le poesie dei miei genitori e poi via via annotato le mie personali scoperte. IL SABATO DEL VILLAGGIO |
La donzelletta vien dalla campagna, in sul calar del sole, col suo fascio dell'erba; e reca in mano un mazzolin di rose e di viole, onde, siccome suole, ornare ella si appresta dimani, al dì di festa, il petto e il crine. Siede con le vicine su la scala a filar la vecchierella, incontro là dove si perde il giorno; e novellando vien del suo buon tempo, quando ai dì della festa ella si ornava, ed ancor sana e snella solea danzar la sera intra di quei ch'ebbe compagni dell'età più bella. Già tutta l'aria imbruna, torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre giù da' colli e da' tetti, al biancheggiar della recente luna. Or la squilla dà segno della festa che viene; ed a quel suon diresti che il cor si riconforta. I fanciulli gridando su la piazzuola in frotta, e qua e là saltando, fanno un lieto romore: e intanto riede alla sua parca mensa, fischiando, il zappatore, e seco pensa al dì del suo riposo. Poi quando intorno è spenta ogni altra face, e tutto l'altro tace, odi il martel picchiare, odi la sega del legnaiuol, che veglia nella chiusa bottega alla lucerna, e s'affretta, e s'adopra di fornir l'opra anzi il chiarir dell'alba. Questo di sette è il più gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno. Garzoncello scherzoso, cotesta età fiorita è come un giorno d'allegrezza pieno, Giorno chiaro, sereno, che precorre alla festa di tua vita. Godi, fanciullo mio; stato soave, stagion lieta è cotesta. Altro dirti non vo'; ma la tua festa ch'anco tardi a venir non ti sia grave. Giacomo Leopardi, Canti, Firenze, editore Piatti, 1831. Questo testo venne concluso il 29 settembre 1829. I Canti di Leopardi sono reperibili in molte edizioni economiche. In libreria li trovate ad esempio: nell'edizione Einaudi del 2005 a cura di N. Gallo e C. Garboli, in quella della Mondadori del 2004, con note di Ungaretti, nella Bur (1999) o insieme a prose e Zibaldone nella Newton Compton (2010), a cura di L.Felici e E. Trevi. Sul web Canti gratis in vari siti, ne segnalo alcuni: http://it.wikisource.org/wiki/Canti_(Leopardi_-_Donati) http://www.classicitaliani.it/index016.htmhttp://www.letteraturaitaliana.net/pdf /Volume_8/t346.pdf http://www.leopardi.it/canti.php manoscritto di Leopardi |
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