lunedì 21 aprile 2014

 Il sabato del villaggio di Leopardi

Vorrei postare dei versi celeberrimi che aprono una raccolta di poesie che mio padre iniziò, per me bambino, in un quaderno nero e rosso rilegato e made in China (quando i negozi cinesi erano delle esotiche rarità nelle nostre strade).
Sul  frontespizio  la data è scritta in numeri romani: MDCCCCLXXIX.
Un quaderno su cui, negli anni, ho condiviso le poesie dei miei genitori e poi via via annotato le mie personali scoperte.


IL SABATO DEL VILLAGGIO

La donzelletta vien dalla campagna,
in sul calar del sole,
col suo fascio dell'erba; e reca in mano
un mazzolin di rose e di viole,
onde, siccome suole,
ornare ella si appresta
dimani, al dì di festa, il petto e il crine.
Siede con le vicine
su la scala a filar la vecchierella,
incontro là dove si perde il giorno;
e novellando vien del suo buon tempo,
quando ai dì della festa ella si ornava,
ed ancor sana e snella
solea danzar la sera intra di quei
ch'ebbe compagni dell'età più bella.
Già tutta l'aria imbruna,
torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre
giù da' colli e da' tetti,
al biancheggiar della recente luna.
Or la squilla dà segno
della festa che viene;
ed a quel suon diresti
che il cor si riconforta.
I fanciulli gridando
su la piazzuola in frotta,
e qua e là saltando,
fanno un lieto romore:
e intanto riede alla sua parca mensa,
fischiando, il zappatore,
e seco pensa al dì del suo riposo.

Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
e tutto l'altro tace,
odi il martel picchiare, odi la sega
del legnaiuol, che veglia
nella chiusa bottega alla lucerna,
e s'affretta, e s'adopra
di fornir l'opra anzi il chiarir dell'alba.

Questo di sette è il più gradito giorno,
pien di speme e di gioia:
diman tristezza e noia
recheran l'ore, ed al travaglio usato
ciascuno in suo pensier farà ritorno.

Garzoncello scherzoso,
cotesta età fiorita
è come un giorno d'allegrezza pieno,
Giorno chiaro, sereno,
che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio; stato soave,
stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo'; ma la tua festa
ch'anco tardi a venir non ti sia grave. 

Giacomo Leopardi, Canti, Firenze, editore Piatti, 1831. Questo testo venne concluso il 29 settembre 1829.

I Canti di Leopardi sono reperibili in molte edizioni economiche.
In libreria li trovate ad esempio:
nell'edizione  Einaudi del 2005 a cura di N. Gallo e C. Garboli, in quella della Mondadori del 2004, con note di Ungaretti, nella Bur (1999) o insieme a prose e Zibaldone nella Newton Compton (2010), a cura di L.Felici e E. Trevi.

Sul web Canti gratis in vari siti, ne segnalo alcuni:

http://it.wikisource.org/wiki/Canti_(Leopardi_-_Donati)

http://www.classicitaliani.it/index016.htm
http://www.letteraturaitaliana.net/pdf
/Volume_8/t346.pdf

http://www.leopardi.it/canti.php



manoscritto di Leopardi

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