Tra i film italiani della mostra pesarese sugli esordi degli anni dieci del duemila, una delle pellicole più interessanti è sicuramente Corpo Celeste, (Nastro d'argento come miglior esordio).
Alice Rohrwacher, sorella dell'attrice Alba, arrivava nel 2011 al suo primo lungometraggio dopo esperienze nel documentario (ottima strada per raggiungere una cifra espressiva che rende incisivi anche i lavori di fiction come questo).
Esordio talentuoso e profondo che ha trovato conferma nell'interessantissimo Le meraviglie (Gran Premio della Giuria a Cannes 2014).
Siamo nei territori del cinema d'autore, ma senza intellettualismi esasperati, c'è una freschezza e una sensibilità notevole e una sapiente, e direi dolce, direzione degli attori, anche quelli bambini e non professionisti.
Corpo celeste mette in scena una Calabria e un'Italia, prive di centro, scombiccherate, alla ricerca di una strada per sbarcare il lunario, sospesa tra compromessi, compromissioni e buona volontà. Inquinata, persino nelle ritualità cattoliche, dalle spire televisive.
Il suo però è uno sguardo attento a non salire sui piedistalli del giudizio, rispettoso e acuto.
Vi segnalo una clip con un backstage sul set di Corpo celeste
e il trailer del film.
(Le foto dall'alto al basso: Corpo celeste, un'inquadratura; Alice e Alba Rohrwacher; un'immagine de Le meraviglie)
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