sabato 26 luglio 2014

Summertime





 



Stavolta voglio solo farvi ascoltare due versioni di Summertime, un'aria composta da George Gershwin per l'opera Porgy and Bess (1935)
Il testo di questa sorta di ninna nanna è di Ira Gershwin e Du Bose Heyward.

 

E' diventata uno standard molto famoso ed è stata eseguita da molti musicisti: da Miles Davis a Sonny Rollins, dai R.E.M. a Paul McCartney.
La mia preferita è la versione rock, con la voce graffiante e sofferta di Janis Joplin (live a Stoccolma, 1969)

 


 http://www.youtube.com/watch?v=bn5TNqjuHiU

Un'altra versione che amo è quella cantata in duo da Louis Armstrong e Ella Fitzgerald.

 

 http://www.youtube.com/watch?v=OdueU1NnbiU

Ecco il testo. Per la traduzione fate da soli, è facile.

Summertime and the living is easy,
Fish are jumping and the cotton is high.
Your daddy is rich and your ma' is good lookin'..

So hush, little baby, baby, don't you cry.

One of these mornings you'll gonna rise up singin',
Then you'll spread your wings and you'll take the sky.
But till that morning there's nothing can harm you..

With daddy and mammy, mammy standing by.
So don't you cry.

giovedì 10 luglio 2014

Verano e Solstizio. Una poesia di Vittorio Sereni



L'estate non è solo paesaggi marini o montani, non è solo svago o viaggio. 
L'estate può anche avere la fissità della morte o essere l'immagine di una città un po' funebre, come può apparire a volte Roma. 
In questa poesia Verano e il solstizio, tratta dalla raccolta Stella variabile (1979, poi nell'edizione definitiva 1982) il poeta Vittorio Sereni ( Luino 1913- Milano 1983) descrive una giornata romana, troppo lunga, di solstizio, e inventa una etimologia del nome Verano (il cimitero principale della capitale, nel quartiere di San Lorenzo) come lui stesso specifica in una nota: "l'associazione Verano, cimitero di Roma, con el verano, estate in lingua spagnola, è del tutto arbitraria; un po' meno il riscontro del nome latino della primavera (ver) nella radice del nome spagnolo dell'estate".


Verano e Solstizio

Perché, tu che sai tutto di Roma,
lo chiamate così quel vostro cimitero
con quel nome spagnolo che significa estate?
(così - non lo dissi - per durare
porta la sua radice nell'estate
la primavera, morendovi).

L'estate di Roma ci stava davanti
con la più svaporante
la sua più mortale calcinazione.

Ne prendo nota - sorrise - te lo dico la prossima volta.

Risponde stasera per lui l'invisibile
cicala solista dell'ultima ora di luce
l'abitatrice delle foglie incendiate
di un troppo lungo giorno:
questo è el verano e il Verano,
s'infervora l'infaticabile,
questa l'estate di Roma di Spagna di dovunque
questa la primavera nell'estate,
rincara l'univoca la vermiglia voce abbuiandosi
in tutte le Rome di ritorno
di alcune estate prima.



Sul sito Rai potete ascoltare e vedere Sereni parlare di sé e del suo lavoro:
http://www.letteratura.rai.it/articoli/vittorio-sereni-si-racconta/984/default.aspx



Le sue poesie e le sue prose sono edite da Mondadori. Ora disponibili in due edizioni: Poesie e prose, 2013, curate da Giulia Raboni, (anche in versione e-book) e nei Meridiani , Tutte le poesie, 1994, curate da Dante Isella. 

                                                           

Per farsi un'idea più completa di Sereni si leggano altre poesie e l'esauriente introduzione di Mengaldo all'edizione mondadoriana del 2013, disponibile anche su googlebooks.
Tra le riflessioni critiche reperibili on line vi segnalo quelle di giovani studiosi sulla rivista Nuovi Argomenti:

sabato 5 luglio 2014

Gianni Rodari. Amico ti conosco





Nonostante siano già passati 34 anni dalla morte di Gianni Rodari, lo scrittore, nato ad Omegna nel 1920, è vivo nella memoria di chi gli è stato contemporaneo ma anche vitale per le nuove generazioni di lettori.
La sua Introduzione all'arte di inventare storie, la Grammatica della fantasia (1973) è uno strumento utilissimo e divertente, non solo per gli insegnanti e gli studenti che credano al valore liberatorio della parola, ("Tutti gli usi della parola a tutti", scriveva Rodari nell'antefatto del suo saggio) ma anche per tutti quelli che vogliano cimentarsi con la creatività della scrittura e della lingua. "Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo". 
La lettura di Rodari, la sua fantasia, la sua creatività e le sue riflessioni, possono fare da antidoto contro la schiavitù di quella "lebbra"  linguistica data dall'inesattezza e dalla omologazione comunicativa che spesso ci pervade. Inesattezza contro cui si scagliava anche Italo Calvino nelle sue riflessioni, si vedano in particolare le Lezioni americane (1988). 
Vorrei segnalare qui una poesia scritta da Rodari nel 1968 per la rivista satirica "Il Caffè", diretta da Giambattista Vicari. 
La si può ora trovare in un bel libro Il cavallo saggio, Einaudi, 2011, dove il curatore Carmine De Luca ha raccolto Poesie, epigrafi ed esercizi di Rodari, scritti per un pubblico di lettori adulti. 
Ovviamente molti dei testi sono  godibili a tutte le età. 
In Amico ti conosco mi pare ci sia una bella frustata ai difetti dell'italiano medio di allora e di oggi.


AMICO TI CONOSCO 

Amico, ti conosco; sei di quelli 
che bisogna far vivere a spintoni, 
cacciare avanti a calci, 
sempre in cerca d' una spalla, d' una giacca
 per piangervi sopra lacrime troppo dolci, 
sempre in crisi come uno che ha perso l' ombrello
 in un giorno di nubifragi,
 con le tasche piene di drammi, di fiammiferi 
che non si accendono, 
di passioni scadenti, 
di lamenti appiccicaticci, 
sempre in caccia di qualcuno che porti il tuo zaino, 
con le orecchie piene di buone parole
 che rubi agli altri,
 ruberesti il lecca-lecca a un bambino,
 nel filobus ti appoggi sulla schiena del vicino, 
amico, vorrei tanto non conoscerti, 
poterti cambiare con un miliardo di zanzare.



Per chi volesse vedere e ascoltare alcuni interventi di Gianni Rodari in televisione segnalo:
http://www.youtube.com/watch?v=kXKxANC3ozs