giovedì 10 luglio 2014

Verano e Solstizio. Una poesia di Vittorio Sereni



L'estate non è solo paesaggi marini o montani, non è solo svago o viaggio. 
L'estate può anche avere la fissità della morte o essere l'immagine di una città un po' funebre, come può apparire a volte Roma. 
In questa poesia Verano e il solstizio, tratta dalla raccolta Stella variabile (1979, poi nell'edizione definitiva 1982) il poeta Vittorio Sereni ( Luino 1913- Milano 1983) descrive una giornata romana, troppo lunga, di solstizio, e inventa una etimologia del nome Verano (il cimitero principale della capitale, nel quartiere di San Lorenzo) come lui stesso specifica in una nota: "l'associazione Verano, cimitero di Roma, con el verano, estate in lingua spagnola, è del tutto arbitraria; un po' meno il riscontro del nome latino della primavera (ver) nella radice del nome spagnolo dell'estate".


Verano e Solstizio

Perché, tu che sai tutto di Roma,
lo chiamate così quel vostro cimitero
con quel nome spagnolo che significa estate?
(così - non lo dissi - per durare
porta la sua radice nell'estate
la primavera, morendovi).

L'estate di Roma ci stava davanti
con la più svaporante
la sua più mortale calcinazione.

Ne prendo nota - sorrise - te lo dico la prossima volta.

Risponde stasera per lui l'invisibile
cicala solista dell'ultima ora di luce
l'abitatrice delle foglie incendiate
di un troppo lungo giorno:
questo è el verano e il Verano,
s'infervora l'infaticabile,
questa l'estate di Roma di Spagna di dovunque
questa la primavera nell'estate,
rincara l'univoca la vermiglia voce abbuiandosi
in tutte le Rome di ritorno
di alcune estate prima.



Sul sito Rai potete ascoltare e vedere Sereni parlare di sé e del suo lavoro:
http://www.letteratura.rai.it/articoli/vittorio-sereni-si-racconta/984/default.aspx



Le sue poesie e le sue prose sono edite da Mondadori. Ora disponibili in due edizioni: Poesie e prose, 2013, curate da Giulia Raboni, (anche in versione e-book) e nei Meridiani , Tutte le poesie, 1994, curate da Dante Isella. 

                                                           

Per farsi un'idea più completa di Sereni si leggano altre poesie e l'esauriente introduzione di Mengaldo all'edizione mondadoriana del 2013, disponibile anche su googlebooks.
Tra le riflessioni critiche reperibili on line vi segnalo quelle di giovani studiosi sulla rivista Nuovi Argomenti:

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