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venerdì 13 febbraio 2015

L'illogica allegria. Giorgio Gaber





L'illogica allegria è una delle canzoni di Gaber che mi emozionano di più.
Ho avuto la fortuna di vederlo spesso a teatro. A volte ero talmente ragazzino  che non tutto mi risultava chiaro nei suoi spettacoli di teatro-canzone, ma  riusciva comunque a catturarmi.
Vorrei solo condividere questa bella canzone e istigare qualche giovanissimo,  che approdasse per caso sul blog, ad addentrarsi tra canzoni e testi teatrali di Gaber. 
On line , in biblioteca e in libreria si trova molto materiale. 
Sul versante satirico una delle canzoni che mi piaceva e mi diverte ancora molto è Si può.
C'è anche un sito, quello della Fondazione Gaber, nel quale cercare foto, biografia e discografia, nonché notizie sugli artisti che ne portano in scena le canzoni.

domenica 11 gennaio 2015

Charlie Hebdo. La difficoltà di parlarne con i giovanissimi




    In questo momento di lutto per i morti in Francia e per i tanti morti nei conflitti aperti in tante parti del mondo (vedi la bambina nigeriana di 10 anni imbottita di esplosivo da Boko haram o la neonata morta di gelo tra le rovine di Gaza), sento il bisogno di tacere e di ascoltare, ma soprattutto di leggere i pensieri altrui. 

    Cerco di pensare a come affrontare un discorso così tragico e complesso con dei giovanissimi che ne subiscono le immagini di morte, oscenamente  strumentalizzate per il fanatismo nel web o per l'audience da molti canali tv.  

    Credo che, come sempre, la via possa essere quella della lettura, della riflessione sulle parole.

    Per esempio partendo dalle parole dello scrittore francese Daniel Pennac sulle guerre che ci rimbalzano in casa.
    Leggendo le riflessioni di varia natura sul sito di Internazionale.it e sui quotidiani. Ascoltando le riflessioni di Radiotre mondo o di Prima pagina sempre su Radiotre rai.

    Oppure segnalando l'importanza dell'articolo 19 della dichiarazione dei diritti dell'uomo (1948):
    • Art. 19: Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.

    O magari andando sul sito della Treccani.it, nella sezione per ragazzi, a indagare su cosa voglia dire la parola satira e quale sia stata la sua storia.

    Andando in biblioteca o in libreria ad aprire qualche pagina dell'illuminista Voltaire, come la voce fanatismo, nel suo  Dizionario filosofico.
    Allenarsi a ripensare le parole, allenarli a riflettere, pur sapendo (come sottolinea Pennac) che non sempre la cultura frena l'anima distruttiva dell'uomo.


sabato 5 luglio 2014

Gianni Rodari. Amico ti conosco





Nonostante siano già passati 34 anni dalla morte di Gianni Rodari, lo scrittore, nato ad Omegna nel 1920, è vivo nella memoria di chi gli è stato contemporaneo ma anche vitale per le nuove generazioni di lettori.
La sua Introduzione all'arte di inventare storie, la Grammatica della fantasia (1973) è uno strumento utilissimo e divertente, non solo per gli insegnanti e gli studenti che credano al valore liberatorio della parola, ("Tutti gli usi della parola a tutti", scriveva Rodari nell'antefatto del suo saggio) ma anche per tutti quelli che vogliano cimentarsi con la creatività della scrittura e della lingua. "Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo". 
La lettura di Rodari, la sua fantasia, la sua creatività e le sue riflessioni, possono fare da antidoto contro la schiavitù di quella "lebbra"  linguistica data dall'inesattezza e dalla omologazione comunicativa che spesso ci pervade. Inesattezza contro cui si scagliava anche Italo Calvino nelle sue riflessioni, si vedano in particolare le Lezioni americane (1988). 
Vorrei segnalare qui una poesia scritta da Rodari nel 1968 per la rivista satirica "Il Caffè", diretta da Giambattista Vicari. 
La si può ora trovare in un bel libro Il cavallo saggio, Einaudi, 2011, dove il curatore Carmine De Luca ha raccolto Poesie, epigrafi ed esercizi di Rodari, scritti per un pubblico di lettori adulti. 
Ovviamente molti dei testi sono  godibili a tutte le età. 
In Amico ti conosco mi pare ci sia una bella frustata ai difetti dell'italiano medio di allora e di oggi.


AMICO TI CONOSCO 

Amico, ti conosco; sei di quelli 
che bisogna far vivere a spintoni, 
cacciare avanti a calci, 
sempre in cerca d' una spalla, d' una giacca
 per piangervi sopra lacrime troppo dolci, 
sempre in crisi come uno che ha perso l' ombrello
 in un giorno di nubifragi,
 con le tasche piene di drammi, di fiammiferi 
che non si accendono, 
di passioni scadenti, 
di lamenti appiccicaticci, 
sempre in caccia di qualcuno che porti il tuo zaino, 
con le orecchie piene di buone parole
 che rubi agli altri,
 ruberesti il lecca-lecca a un bambino,
 nel filobus ti appoggi sulla schiena del vicino, 
amico, vorrei tanto non conoscerti, 
poterti cambiare con un miliardo di zanzare.



Per chi volesse vedere e ascoltare alcuni interventi di Gianni Rodari in televisione segnalo:
http://www.youtube.com/watch?v=kXKxANC3ozs