domenica 11 gennaio 2015

Charlie Hebdo. La difficoltà di parlarne con i giovanissimi




    In questo momento di lutto per i morti in Francia e per i tanti morti nei conflitti aperti in tante parti del mondo (vedi la bambina nigeriana di 10 anni imbottita di esplosivo da Boko haram o la neonata morta di gelo tra le rovine di Gaza), sento il bisogno di tacere e di ascoltare, ma soprattutto di leggere i pensieri altrui. 

    Cerco di pensare a come affrontare un discorso così tragico e complesso con dei giovanissimi che ne subiscono le immagini di morte, oscenamente  strumentalizzate per il fanatismo nel web o per l'audience da molti canali tv.  

    Credo che, come sempre, la via possa essere quella della lettura, della riflessione sulle parole.

    Per esempio partendo dalle parole dello scrittore francese Daniel Pennac sulle guerre che ci rimbalzano in casa.
    Leggendo le riflessioni di varia natura sul sito di Internazionale.it e sui quotidiani. Ascoltando le riflessioni di Radiotre mondo o di Prima pagina sempre su Radiotre rai.

    Oppure segnalando l'importanza dell'articolo 19 della dichiarazione dei diritti dell'uomo (1948):
    • Art. 19: Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.

    O magari andando sul sito della Treccani.it, nella sezione per ragazzi, a indagare su cosa voglia dire la parola satira e quale sia stata la sua storia.

    Andando in biblioteca o in libreria ad aprire qualche pagina dell'illuminista Voltaire, come la voce fanatismo, nel suo  Dizionario filosofico.
    Allenarsi a ripensare le parole, allenarli a riflettere, pur sapendo (come sottolinea Pennac) che non sempre la cultura frena l'anima distruttiva dell'uomo.


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