domenica 21 giugno 2015

Pesaro film festival 2015. Lo squalo e Pasolini





A Pesaro, domenica 20 giugno, primo giorno di film festival 2015.
Stasera è stato proiettato all'aperto Lo squalo, con i suoi quarant'anni, portati benissimo. In epoca di effetti speciali materici e non virtuali Spielberg aveva una grandissima maestria nell'uso della suspense, tant'è che la tensione cresce nonostante l'animale venga mostrato solo dopo un'ora.
L'edizione proiettata a Pesaro è restaurata e in lingua originale con sottotitoli. Anche chi lo ha visto  varie volte in tv ne apprezza la potenza e il thrilling dato dal grande schermo sotto le stelle nella Piazza del Popolo. 


A dire il vero la grande arena non era gremita, magari complice il fresco e la finale di campionato di basket che qui è uno sport molto seguito.
I ragazzini presenti credo si siano divertiti e abbiano apprezzato anche l'introduzione dell'attore e compositore italiano Stefano Fresi (tra i protagonisti di Smetto quando voglio, che sarà uno dei film italiani d'esordio degli anni dieci del duemila proiettati alla mostra del 51° anno - o come piace al sindaco pesarese, comunicatore in salsa renziana, Mostra del nuovo cinema, 50+1). 
Il programma della Mostra sul sito: pesarofilmfest.it
Fresi, con tono brillante e con tanto di pianola ha analizzato brevemente alcuni elementi della colonna sonora di John Williams e ne ha sottolineato l'efficacia.
Prima del film il saluto del sindaco e del nuovo direttore della mostra Pedro Armocida (critico del Giornale e di Film Tv), che aveva affiancato nelle scorse edizioni l'ex direttore Giovanni Spagnoletti.


Intanto nella sala del cinema Sperimentale il pomeriggio era stato proiettato Accattone del Pier Paolo Pasolini che esordiva con quel film nel suo nuovo ruolo e che pochi anni dopo sarebbe venuto a Pesaro a dibattere con Godard, Moravia, Barthes, Metz e a proporre le sue riflessioni sul cinema di poesia e sul Cinema come Lingua scritta della realtà (ora raccolte in Empirismo eretico).
Sempre allo Sperimentale anche il "testamento" di Pasolini, Salò


Film tra i più duri e disturbanti della storia del cinema che richiamandosi a Sade e alla fase più tragica del fascismo italiano diceva una parola definitiva e senza speranza su quel processo di genocidio culturale che il poeta regista friulano aveva denunciato. Film che coincise anche con il suo barbaro omicidio, sul quale non si è ancora fatta del tutto chiarezza e la cui inchiesta è stata archiviata pochi giorni fa, nonostante fossero venute fuori tracce di DNA sui reperti dell'omicidio che provano come Pelosi non fosse solo quella notte del 2 novembre 1975.


(Immagini. Dall'alto: locandina del festival di Pesaro disegnata da Alessandro Gottardo in arte Shout; fotogramma de Lo squalo; il neo direttore Pedro Armocida; un'inquadratura di Accattone; Pasolini sul set di Salò) 

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