giovedì 7 agosto 2014

The secret life of Walter Mitty. Al cinema per sognare ad occhi aperti




Uno dei piaceri dell'estate è quello del cinema sotto le stelle. 
Le arene estive permettono di recuperare film che si sono persi durante la stagione precedente, di vedere rassegne o festival all'aperto o di scoprire piccoli gioielli che si erano sottovalutati alla loro uscita.
Nel mio caso avevo dato poco peso al film diretto e interpretato da Ben Stiller, The secret life of Walter Mitty (Usa, 2013), in Italia uscito con il titolo di I sogni segreti di Walter Mitty. Non ero andato a vederlo, anche se a dire il vero il trailer mi aveva colpito per la qualità delle immagini e degli effetti speciali.
Trailer italiano




Il soggetto del film è tratto da un breve racconto umoristico pubblicato dallo scrittore James Thurber sul New Yorker nel 1939, si può trovare in inglese sul sito della rivista americana 
oppure tradotto in italiano nel volume omonimo edito dalla Bur che raccoglie anche altri testi dello stesso autore, qui sotto le copertine delle due edizioni  reperibili in libreria.


Il breve racconto fu già utilizzato molti anni fa per una commedia con Danny Kaye che in Italia uscì con il titolo di Sogni proibiti.


Un film che, a quanto ricordo di una lontanissima visione, credo fosse inferiore a questa sorta di remake che ne ha fatto Ben Stiller grazie al figlio del Goldwyn produttore della pellicola del 1947, ecco il trailer americano dell'epoca
Il film diretto e interpretato dal comico Ben Stiller mette in scena il daydreamer (sognatore ad occhi aperti) Walter Mitty che lavora da parecchi anni presso l'archivio fotografico di Life, una prestigiosa rivista americana che sta per essere fagocitata dall'onda del web e trasformata, dolorosamente per i lavoratori anche grazie a dei rozzi manager tagliatori di teste messi alla berlina nel film, in un sito.



 Dell'archivista Mitty, timido e introverso,  il film ci mostra nella prima parte i suoi sogni ad occhi aperti, di avventure mozzafiato, senza soluzioni di continuità con la realtà, giocando quindi con i passaggi repentini tra realtà quotidiana e sue fantasie. Notevoli, come apparivano dal trailer, gli elementi visivi e gli effetti speciali. Poi la storia, che non riassumerò per non togliere il piacere della scoperta a chi non l'avesse visto, prende una china di road movie e di film d'avventura reale e, nonostante qualche momento forse meno efficace, arriva sino alla fine dei suoi 114 minuti, donando allo spettatore dei bei  momenti di divertimento e di evasione. Ci sono diverse trovate cinematograficamente molto divertenti, a partire dai titoli di testa che si inseriscono  nel paesaggio inquadrato dal film.


Gli attori sono molto bravi, da Stiller la cui  imperturbabilità ricorda un po' il volto di Buster Keaton, per giungere al manager ottuso "rottamatore" Adam Scott o alla madre di Mitty, la grande Sherley MacLaine (classe 1934).
Insomma un film che vale la pena  ripescare in qualche cinema all'aperto o vedere in  dvd, magari approfittando della versione originale. 
Tra l'altro chi avesse letto L'inventore dei sogni (titolo originale: The daydreamer) di Ian McEwan forse troverà qualche elemento comune  tra Mitty e Peter Fortune.







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